Un richiamo alle sfide della cybersicurezza tra passato e futuro: Prof. Mauro Conti, Università di Padova, al Digital Security Festival, ripercorre l’evoluzione e guarda al futuro delle minacce e delle strategie di protezione nell’era digitale.
Il Digital Security Festival, composto da dieci eventi in presenza e quattro in streaming online, ha preso il via a Udine il 18 ottobre e si concluderà l’8 novembre a Vicenza, attraversando diverse province del Triveneto. Durante la tappa padovana presso la Sala Studio dell’Archivio storico di Ateneo dell’Università di Padova, al Palazzo del Bo, il Prof. Mauro Conti, Responsabile del corso di laurea magistrale in Cybersecurity e Professore Ordinario in Computer Science, ha offerto una panoramica avvincente sull’evoluzione della cybersecurity, dai suoi inizi storici fino ai più recenti sviluppi tecnologici. Rivolgendosi al pubblico della sesta edizione del festival, Conti ha riflettuto sull’essenza stessa della cybersecurity, descrivendola come “una battaglia senza tempo tra protezione e minacce, radicata nella natura umana stessa”.
Dai cifrari antichi alla protezione delle infrastrutture critiche
“La protezione delle informazioni,” ha affermato Conti, “non è nata con il digitale, ma con l’uomo.” Con questa prospettiva, ha guidato i presenti attraverso un viaggio storico toccando momenti cruciali, dall’antico cifrario di Cesarealla decrittazione dell’Enigma durante la Seconda Guerra Mondiale, realizzata dal celebre matematico Alan Turing. Questo, ha spiegato Conti, “ha segnato un vantaggio enorme per gli alleati, dimostrando come la sicurezza delle informazioni sia sempre stata vitale”.
Nel suo discorso, il professore ha anche analizzato gli sviluppi più recenti della cybersecurity, evidenziando episodi come l’attacco alla rete elettrica ucraina e il caso della Colonial Pipeline negli Stati Uniti, esempi di come le infrastrutture critiche possano diventare obiettivi pericolosamente vulnerabili. “La NATO,” ha sottolineato, “ha riconosciuto il cyberspazio come un dominio di guerra, e l’Italia ha preso posizione per usarlo sia a scopi difensivi che offensivi.”
Futuro digitale: dalle tecnologie quantistiche all’intelligenza artificiale
Proiettandosi verso il futuro, Conti ha introdotto tre innovazioni tecnologiche che potrebbero cambiare radicalmente il campo della sicurezza informatica: il computer quantistico, la possibilità di usare materiale biologico per memorizzare dati e l’intelligenza artificiale. Quest’ultima, in particolare, è già un punto di svolta in ambito di autenticazione biometrica e rilevamento delle minacce, ma Conti ha avvertito anche dei rischi: “La stessa tecnologia può essere usata in modo malevolo, per violare la privacy o ingannare i sistemi di rilevamento.” Ha citato uno scenario allarmante in cui piccoli cambiamenti in un’immagine potrebbero confondere gli algoritmi di intelligenza artificiale.
Concludendo l’intervento, il Prof. Conti ha riaffermato l’importanza di una cybersecurity robusta, specialmente in un contesto in cui i confini tra il digitale e il fisico sono sempre più sfumati. “Viviamo in un mondo in cui la nostra capacità di proteggerci nel digitale è ormai parte della nostra stessa sopravvivenza,” ha dichiarato, sottolineando l’urgenza di sviluppare strategie efficaci per un futuro sempre più digitalizzato.
8 novembre, l’evento di chiusura del Festival
Dopo Padova, il Digital Security Festival proseguirà fino all’8 novembre con incontri online e l’appuntamento conclusivo di Vicenza venerdì 8 novembre, presso Villa Valmarana ai Nani, per diffondere la consapevolezza sui rischi e le opportunità che la trasformazione digitale pone davanti a tutti noi.