Governance IT e Trasformazione Digitale: equilibrio tra tecnologia, dati e talento

di Luigi Gregori – Negli ultimi mesi, ho avuto il privilegio di lavorare con diverse organizzazioni nel cuore della loro trasformazione digitale. Oggi vorrei riflettere su alcuni temi fondamentali che emergono dal dibattito attuale su come migliorare questi processi, ispirato da alcune letture recenti.

Uno degli aspetti che ritengo sempre più centrale è l’importanza di un inventario preciso e completo degli asset IT. Ho trovato molto interessante l’articolo “5 Ways an Asset Inventory Improves Your Digital Transformation Project” pubblicato recentemente. Mantenere una mappatura accurata degli asset tecnologici non è solo una pratica di buon governo IT, ma rappresenta la base su cui costruire qualsiasi iniziativa di trasformazione digitale. Quando parliamo di inventario degli asset, non si tratta solo di tenere traccia dell’hardware o dei software. Parliamo di una visione a 360 gradi che include infrastruttura, applicazioni, dati e perfino le competenze umane associate. Un inventario ben gestito permette di identificare in maniera proattiva le aree di rischio, ottimizzare l’utilizzo delle risorse e facilitare l’allineamento delle iniziative tecnologiche con gli obiettivi strategici dell’azienda.

Questo tema si collega perfettamente a un altro spunto che emerge in modo molto chiaro nell’articolo del World Economic Forum “Unlocking the full potential of digital transformation through technology and talent”. Il vero potenziale della trasformazione digitale non risiede solo nella tecnologia, ma nella capacità di coniugare l’innovazione tecnologica con il capitale umano. È facile concentrarsi esclusivamente sull’acquisto di nuovi strumenti o piattaforme, ma spesso si dimentica che senza una forza lavoro adeguatamente formata e motivata, la tecnologia da sola non è sufficiente. È fondamentale investire in talenti, dotarli delle competenze giuste, e soprattutto, creare un contesto dove i dati e la tecnologia siano accessibili e utilizzabili da tutti i livelli dell’organizzazione.

Questo concetto di “democratizzazione dei dati“, come viene esplorato nell’articolo di ITWeb “Democratising Data: Empowering IT for a Data-Driven Future”, mi sembra essenziale. Viviamo in un’epoca in cui i dati sono diventati la risorsa più preziosa, ma il loro vero valore emerge solo se riusciamo a renderli facilmente accessibili e comprensibili a chiunque ne abbia bisogno, senza barriere tecnologiche o culturali. Un’IT governance moderna deve favorire l’accesso ai dati e la capacità di interpretarli, non limitarli. Inoltre, dobbiamo creare processi in cui le decisioni siano guidate dai dati, promuovendo una cultura aziendale che ne riconosca l’importanza in ogni fase operativa e strategica.

Luigi Gregori, advisor del DSF e presidente ITClubFVG

Come IT Governance Advisor, riconosco che la sfida della trasformazione digitale non è solo tecnologica, ma soprattutto culturale. L’integrazione di nuove piattaforme e strumenti richiede un contesto in cui le persone possano sfruttarne appieno le potenzialità. È quindi fondamentale investire sia in tecnologie innovative che in formazione continua, creando una cultura aziendale che valorizzi l’innovazione.
Il successo si basa sull’equilibrio tra asset tecnologici, dati e talenti. I progetti di trasformazione digitale vincenti integrano sapientemente questi tre elementi, adottando una visione olistica. Le aziende che riusciranno a bilanciare tecnologia e capitale umano saranno quelle più capaci di affrontare le sfide future.
I temi discussi, come l’inventario degli asset IT, la democratizzazione dei dati e la gestione del talento, si allineano con la filosofia del Digital Security Festival 2024. Questo evento, focalizzato su una tecnologia umanocentrica, sottolinea come l’evoluzione digitale debba essere guidata dall’uomo e per l’uomo.
Il festival mira a trasformare l’anello debole umano in un punto di forza attraverso conoscenza e consapevolezza. La sicurezza informatica deve proteggere non solo dati e sistemi, ma soprattutto ciò che ci rende umani. Questa visione si allinea con l’obiettivo di coniugare tecnologia e umanità, promuovendo una cultura della sicurezza digitale etica e resiliente.

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