Digital Security Festival: Gabriele Faggioli (Clusit) sui pochi investimenti in cybersicurezza in Italia

Un richiamo urgente ai rischi della cybersicurezza: Gabriele Faggioli, presidente Clusit, al Digital Security Festival, sottolinea l’urgenza di maggiori investimenti per proteggere il tessuto economico e digitale italiano.

Il Digital Security Festival, iniziato a Udine il 18 ottobre e in programma fino all’8 novembre, sta attraversando molte province del Triveneto con dieci eventi in presenza e quattro in streaming. Durante la seconda parte della giornata inaugurale, presso la sede di Confindustria Udine, l’intervento di Gabriele Faggioli, presidente del Clusit e direttore scientifico dell’Osservatorio Cybersecurity & Data Protection del Politecnico di Milano, ha portato alla luce l’attuale e preoccupante scenario della sicurezza digitale in Italia.

«Il fenomeno degli attacchi informatici non solo non frena, ma avanza in maniera estremamente preoccupante», ha dichiarato Faggioli, aprendo il suo intervento con un messaggio che mira a risvegliare la consapevolezza collettiva sulla sicurezza digitale. Ha inoltre evidenziato come l’Italia investa meno in cybersicurezza rispetto a Paesi come la Francia, la Germania o gli Stati Uniti. «Non è solo una differenza in proporzione, ma in valore assoluto, che ci rende un Paese estremamente vulnerabile,» ha aggiunto, spiegando come la frammentazione di piccole aziende e pubbliche amministrazioni contribuisca a una rete nazionale di difesa digitale molto debole.

Tra digitalizzazione e intelligenza artificiale: una sfida complessa

Durante il suo intervento, Faggioli ha toccato temi cruciali come i rischi della digitalizzazione senza adeguata protezione e la sfida rappresentata dalla transizione verso l’intelligenza artificiale. Ha inoltre avvertito che “l’Italia, un Paese già agli ultimi posti nell’indice DESI della Commissione Europea per competenze digitali, rischia di diventare una destinazione sempre più allettante per i cybercriminali.” Il divario crescente tra la rapidità dell’innovazione tecnologica e la lentezza degli investimenti in formazione e infrastrutture contribuisce, secondo lui, ad accelerare il pericolo di attacchi.

La risposta per le imprese: investimenti e strategia di lungo termine

In un’Italia dove il numero di startup nel settore rimane marginale rispetto a quello di altri Paesi, Faggioli ha esortato gli imprenditori presenti a Udine a considerare la cybersicurezza come un elemento chiave della propria strategia di lungo termine. «Non possiamo competere se continuiamo a finanziare l’innovazione con investimenti che sono una frazione di quelli europei o americani,» ha concluso. Un’analisi critica, la sua, che ha messo in evidenza il rischio crescente di perdere non solo competitività ma anche sicurezza, in un mondo sempre più esposto a minacce digitali globali.

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