IL DIGITAL SECURITY FESTIVAL 2024 SI CHIUDERÀ A VICENZA L’8 NOVEMBRE CON MASSIMIANO BUCCHI, MICHELE LAURELLI, ALESSANDRO CURIONI, SIMON VUMBACA, FEDERICA M. R. LIVELLI
A Padova nel penultimo incontro del Festival, il professor Mauro Conti, ha delineato i cambiamenti, positivi e negativi, per la sicurezza informatica che potranno derivare dall’arrivo del computer quantistico, della memorizzazione di informazioni in materiale biologico e dall’utilizzo (etico o malevolo) dell’intelligenza artificiale.
Dopo il grande successo degli incontri di Udine, Tavagnacco, Roncade, Montebelluna, Castelfranco Veneto, Trieste e Padova, la sesta edizione del Digital Security Festival, dedicata al tema “Umanocentrico per natura”, si chiuderà nella prestigiosa Villa Valmarana ai Nani di Vicenza l’8 novembre, a partire dalle 15.45, con gli interventi di ospiti di assoluto valore. Ingresso gratuito su registrazione, qui il link per iscriversi.
Il penultimo incontro, svoltosi a Padova, ha visto una grande partecipazione del pubblico, che è rimasto estremamente colpito dall’intervento del professor Mauro Conti, presidente del corso di laurea magistrale in cybersecurity dell’ateneo patavino. Conti ha parlato di “Storia (dell’umanità) e della cybersecurity”, delineando i cambiamenti e i rischi in ambito sicurezza informatica che potranno derivare dall’arrivo del computer quantistico (che renderà non più sicuri gli attuali metodi di crittografia), dalla possibilità di utilizzare materiale biologico per memorizzare informazioni e dall’uso etico o malevolo dell’intelligenza artificiale. Ha inoltre messo in guardia aziende e persone sul fatto che gli attacchi informatici possono oggi arrivare attraverso qualsiasi sistema cyber-fisico (come distributori di bevande, reti di distribuzione dell’energia, automobili e frigoriferi smart). Attacchi informatici assolutamente attuali, ma spesso sottovalutati, soprattutto nelle aziende, dove, magari, si proteggono al meglio computer e telefoni, ma ci si dimentica della “macchinetta del caffè”.
Chiusura a Vicenza: un programma di interventi su tecnologia, sicurezza e intelligenza artificiale
Anche a Vicenza i relatori promettono di appassionare il pubblico con interventi accattivanti e divertenti, moderati da Gabriele Gobbo. Tra i protagonisti, Massimiano Bucchi, professore di Scienza, Tecnologia e Società all’Università di Trento, che parlerà di “Confidenze digitali. Vizi e virtù dell’innovazione tecnologica”; Michele Laurelli, imprenditore, esperto di intelligenza artificiale e docente universitario, che interverrà su “Alchimia – la scienza dell’AI”; Alessandro Curioni, fondatore di DI.GI Academy, che affronterà il tema “La cyber security è un romanzo”; Federica Maria Rita Livelli, con l’intervento “Digitalizzazione e cyber resilience: intersezione di risk management, business continuity e cybersecurity”. Tra gli ospiti ci sarà anche Simon Vumbaca, conosciuto come The Contemplationist, collegato dal Regno Unito. La giornata si concluderà con una tavola rotonda su “Cultura digitale della Cybersecurity”, moderata da Sonia Gastaldi e con la partecipazione di Marco Griguolo, Erika Barausse, Bruno Trani, Emanuele Addondi e Matteo Somma.
Il valore del festival e l’importanza dell’approccio umano-centrico
«Dopo un’edizione di grande successo che ha confermato la bontà della formula itinerante del nostro Festival – afferma il presidente del Digital Security Festival Marco Cozzi – abbiamo deciso di chiudere l’edizione 2024 nella prestigiosa Villa Valmarana ai Nani di Vicenza che, con i suoi affreschi del Tiepolo, si ricollega artisticamente a Udine, città dove il Festival è nato e dove abbiamo iniziato quest’anno. Proprio riconnetterci idealmente all’arte antica ha un significato particolare, dato che abbiamo voluto dedicare il Festival 2024 al tema “Umanocentrico per natura” perché pensiamo che la tecnologia debba avere l’umanità al centro. Come i grandi artisti del passato raccoglievano nelle loro opere l’essenza dell’operato umano, oggi chi opera con le tecnologie più avanzate non deve mai perdere di vista il fatto che esse sono al servizio dell’uomo, della sua vita e dei suoi ideali».
«Quando abbiamo realizzato il primo Digital Security Festival, sei anni fa, parlare di questi temi non era di moda, ma sentivamo l’urgenza di diffondere la cultura della sicurezza digitale – riflette il vicepresidente del Digital Security Festival Gabriele Gobbo – Il tempo ci ha dato ragione e oggi sta diventando quasi normale parlarne e assistere a eventi di cybersecurity. Per noi è un grande risultato, ma soprattutto è utile per cittadini e imprese perché le minacce digitali sono sempre dietro l’angolo, ora si inizia a capire».
Inoltre, Sonia Gastaldi, consigliera del Digital Security Festival e sociologa informatica, ricorda che: «il fattore umano è determinante sia nel corretto funzionamento delle tecnologie che nel caso di effetti negativi da mancanza di consapevolezza. Un coltello lo maneggiamo con cura, uno smartphone non ci dà l’idea di essere in qualche modo pericoloso e non sempre lo maneggiamo con altrettanta attenzione. È importante un’educazione trasversale alla tecnologia per ridurre al minimo il digital divide, per aumentare la consapevolezza di truffe e inganni e insegnare a usare la tecnologia a favore dell’umanità. Quest’anno ci ha accompagnati la 1ª legge della robotica di Asimov: “Un robot non può recare danno a un essere umano né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno”, di grande attualità. Crediamo nel valore umano e con i nostri eventi itineranti abbiamo gettato semi di conoscenza che porteranno sicuramente frutto per la vita sociale, social e digitale».
Ufficio stampa Digital Security Festival
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