Anis Sefidanis: intelligenza artificiale e transumanesimo al Digital Security Festival

Durante la giornata inaugurale del Digital Security Festival 2024, Anis Sefidanis ha esplorato il rapporto tra tecnologie avanzate e potenziale umano, aprendo una riflessione sul futuro dell’intelligenza artificiale.

L’evento inaugurale del Digital Security Festival 2024, ospitato presso il Palazzo della Regione Friuli Venezia Giulia a Udine, ha visto tra i protagonisti Anis Sefidanis, docente alla Facoltà di Machine Intelligence e Robotica dell’Università di Scienze e Tecnologie dell’Informazione “St. Apostolo Paolo” in Macedonia. Con il talk dal titolo «Intelligenza artificiale e transumanesimo: come ridefinire il potenziale umano?», il professore ha catturato l’attenzione di un pubblico gremito, tra cui molte classi di istituti superiori.

Un esperimento tecnologico e sociale

Sefidanis ha presentato alcuni dei suoi progetti più innovativi, come lo Smart Minument, un monumento tecnologico che combina intelligenza artificiale, realtà virtuale e tecnologie olografiche per “riportare in vita” il poeta macedone Kočo Racin. Grazie a un sistema che riproduce il dialetto locale del poeta, questo progetto mostra come la tecnologia possa diventare uno strumento per preservare le identità culturali e linguistiche.

«I dialetti sono fondamentali per la nostra identità e rappresentano le radici delle lingue standardizzate che usiamo quotidianamente,» ha spiegato Sefidanis, sottolineando come le tecnologie emergenti non debbano cancellare la diversità culturale, ma piuttosto valorizzarla e conservarla.

AI e transumanesimo: tra opportunità e sfide

Durante l’intervento, Sefidanis ha analizzato come l’intelligenza artificiale possa essere considerata un’estensione delle capacità umane, distinguendo tra AI debole, progettata per risolvere problemi specifici, e AI forte, in grado di imitare l’intelligenza umana in una vasta gamma di scenari.

«L’intelligenza artificiale è già la nostra alleata invisibile,» ha osservato, citando esempi di applicazioni quotidiane come i sistemi di navigazione e gli algoritmi per la mobilità urbana. Tuttavia, ha evidenziato le implicazioni etiche di queste tecnologie, sottolineando come gli algoritmi possano amplificare pregiudizi umani, rendendo necessaria una regolamentazione adeguata.

Ha anche illustrato come l’AI stia rivoluzionando settori chiave come la medicina, con modelli predittivi capaci di diagnosticare malattie come il cancro con anni di anticipo rispetto ai metodi tradizionali.

Il robot DJ e l’arte nell’era dell’AI

Tra i progetti più originali di Sefidanis spicca il primo robot DJ al mondo, una combinazione di intelligenza artificiale e creatività che permette di manipolare oggetti fisici in tempo reale. Questo esperimento, oltre a mostrare l’interazione tra uomo e macchina in ambiti culturali, pone interrogativi su come l’intelligenza artificiale possa inserirsi in settori tradizionalmente umani come l’arte e l’intrattenimento.

«La convivenza tra umani e robot non è un problema finché non minaccia la sicurezza o il lavoro delle persone,» ha affermato, affrontando le paure che spesso accompagnano lo sviluppo di robot avanzati.

Un richiamo alle origini dell’intelligenza artificiale

Concludendo il suo intervento, Sefidanis ha offerto una prospettiva storica, ricordando Talos, il robot dell’antica Creta, e l’origine della parola “robot” dal termine slavo “robota”, che significa “lavoro”. Questi riferimenti, ha spiegato, mostrano come la paura verso le macchine sia radicata nel modo in cui gli esseri umani concepiscono la tecnologia come una forza al contempo utile e potenzialmente pericolosa.

«L’intelligenza artificiale non è il problema: siamo noi a doverci interrogare su come utilizzarla,» ha concluso, invitando il pubblico a riflettere sul ruolo della tecnologia come strumento per migliorare la società.

Uno sguardo al futuro

L’intervento di Anis Sefidanis ha rappresentato un momento stimolante offrendo una visione originale su come l’intelligenza artificiale possa ridefinire il potenziale umano, senza dimenticare l’importanza dell’etica e della consapevolezza.

Il Digital Security Festival, che ha proposto 10 eventi in presenza e 4 online, continua a essere un punto di riferimento per la promozione della consapevolezza digitale. La settima edizione è già in preparazione e promette nuove idee e protagonisti per affrontare le sfide dell’era digitale. Durante tutto l’anno, l’impegno del festival proseguirà con attività divulgative sui canali social e la partecipazione attiva del direttivo a eventi e iniziative sul territorio.

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